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PROGRAMMA
101 
Il primo Personal Computer, creato da Pier
Giorgio
Perotto
Ultima modifica: 24-08-2010
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Storia:
Di design avveniristico per l'epoca (parliamo del 1965), la Olivetti
Programma 101 può, a buon diritto, essere considerata il
primo Personal Computer prodotto da una azienda.
La denominazione di Personal Computer non va intesa secondo l'accezione
odierna, ma con il significato di macchina da calcolo per uso
personale, programmabile,
ad un prezzo quasi abbordabile (3.200 dollari contro i 25.000 dollari
di un PDP-8) e
programmabile senza l'intervento di tecnici.
Progettata dall'Ing. Pier
Giorgio Perotto alla Olivetti di
Ivrea, la Programma 101 era in grado di fare le 4 operazioni oltre alla
radice quadrata.
La memoria era organizzata in 10 registri, 3 dei quali di calcolo, 2 di
memoria ed altri 3 di memoria dati e/o memoria di programma
(ripartibili a seconda dell'esigenza). Gli ultimi due erano riservati
alla memorizzazione del programma.
La stampa avveniva su un nastro di carta ed i programmi potevano essere
registrati su schede magnetiche delle dimensioni approssimative di 10
cm x 20 cm e potevano essere lette sulle due facce. La memoria di
lavoro era a matrice di anelli di ferrite e l'elettronica era
realizzata a componenti discreti (transistor e diodi montati su schede
in resina fenolica: i microprocessori non esistevano ed i circuiti
integrati erano ai primordi).
Lavorava con la precisione di 22 cifre a virgola fissa e 15 cifre
decimali. La programmazione era analoga all'Assembler, ma
più semplice: consentiva fondamentalmente lo scambio fra
registri di memoria e registri di calcolo e le operazioni nei registri.
Sviluppata fra il 1962 ed il 1964, fu lanciata per la prima volta alla
fiera di New York del 1965, riscuotendo un notevole interesse: ne
furono venduti 40.000 esemplari, il 90% dei quali negli Stati Uniti
dove il prezzo di vendita era 3.200 dollari.
In tempi successivi, la Hewlett Packard dovette pagare circa un milione
di dollari di royalties alla Olivetti dopo aver utilizzato nel computer
HP 9100 alcune delle soluzioni adottate nella Programma 101.
Il design, attribuito a Marco Zanuso ma in realtà opera di
Mario Bellini, era ergonomico ed innovativo per l'epoca, e valse
all'azienda l'Industrial Design Award.
La sua "Programma 101" si vendette, "praticamente da sola" ricordava
l'ing. Perotto, in 40 mila esemplari. L'Olivetti nel 1964 aveva
abbandonato l'elettronica e non era organizzata per una vasta rete
commerciale.
"Sognavo una macchina amichevole alla quale delegare quelle operazioni
che sono causa di fatica mentale e di errori - raccontò
l'ing.
Perotto in un'intervista al Corriere della Sera - una
macchina che sapesse imparare e poi eseguire docilmente, che
immagazzinasse dati e istruzioni semplici e intuitive, il cui uso fosse
alla portata di tutti, che costasse poco e fosse delle dimensioni degli
altri prodotti per ufficio ai quali la gente era abituata. Dovevo
creare un linguaggio nuovo, che non avesse bisogno dell'interprete in
camice bianco".
A quei tempi i primi calcolatori occupavano intere stanze ed avevano un
linguaggio macchina estremamente complicato. All'altro estremo c'erano
le calcolatrici da tavolo, ancora meccaniche. L'ing. Perotto ed i suoi
collaboratori usarono transistor per la nuova macchina (i circuiti
integrati non erano ancora nati) e inventarono un linguaggio molto
semplice, una sorta di Basic con solo sedici istruzioni.
"Per l'ingresso e l'uscita dei dati - ricordò ancora l'ing.
Perotto
- pensai ad una cartolina magnetica che poteva fungere anche come
memoria permanente o archivio, è stata il prototipo degli
attuali
floppy disk. La scheda consentiva la costruzione di biblioteche e
programmi".
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Olivetti_Programma_101
http://www.piergiorgioperotto.it/
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